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La fabbrica delle macchine - Viaggio nei sistemi per produrre italiani | Luca Orlando usato Politica e società Economia

La fabbrica delle macchine - Viaggio nei sistemi per produrre italiani | Luca Orlando usato Politica e società Economia

Tremila chilometri. Tra le Prealpl e il Nord-est, le colline dall'astigiano e le risaie di Pavia, sulle sponde del lago Maggiore, lungo la via Emilia. E poi a Torino, Trento, Brescia. A Milano e nella sua cintura produttiva. Un viaggio per andare a raccontare sul campo, dentro le fabbriche, parlando con imprenditori e addetti, un'eccellenza industriale italiana. Un settore, quello dei costruttori di macchine utensili, robot e automazione, capace di adattarsi darwinianamente alla globalizzazione, di reagire alla crisi e di conquistare e mantenere un'indiscussa leadership globale in molte nicchie produttive, così come nelle classifiche mondiali di produzione ed export, dove occupa rispettivamente il quarto e il terzo posto assoluto. A dispetto di cambiamenti economici che in pochi anni hanno portato i produttori di macchine utensili italiani a non confrontarsi più solo con tedeschi e giapponesi, ma a fare i conti anche con nuovi e potenti competitor come Cina e Corea del Sud. Qual è il segreto di queste imprese? Perché, nonostante tutto, ce l'hanno fatta? La risposta è nei dettagli, spiega il viaggiatore, da osservatore curioso e attento: fedeltà e passione a progetti spesso nati dentro botteghe artigiane o officine; ma anche "qualità ai massimi livelli, prodotti sulla frontiera della tecnologia, capacità di assistenza immediata, reputazione sul mercato cristallina. E anche dopo sette anni di crisi, a ben vedere, la macchina utensile italiana è ancora proprio così".

EUR 20.00
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L'evoluzione delle macchine - Da Darwin all'intelligenza globale | George Dyson usato Scienze Scienze varie

Macchine come noi - La scommessa dell'Intelligenza Artificiale | Yurij Castelfranchi, Oliviero Stock usato Scienze Fisica

Lo stupefacente testa a vite e altri bizzarri oggetti | Mike Mignola usato Fumetti Fumetti Fumetti

La tecnica e il corpo - Riflessioni su uno scritto di Pavel Florenskij | Brunella Antomarini, Silvano Tagliagambe usato Filosofia Contemporanea

La tecnica e il corpo - Riflessioni su uno scritto di Pavel Florenskij | Brunella Antomarini, Silvano Tagliagambe usato Filosofia Contemporanea

Pavel Aleksandrovic Floresnkij (1882-1937), pensatore originale e poliedrico, teologo, filosofo della scienza e della religione, matematico, fisico, ingegnere elettronico, teorico dell'arte e di filosofia del linguaggio, studioso di estetica, di simbologia e semiotica, ha avuto una grande incidenza sul clima di acceso fervore innovativo che caratterizzò i primi anni della Russia sovietica anche in campo artistico. Nel 1922 aveva scritto un lungo saggio - pubblicato postumo solo nel 1969 su una rivista russa di estetica che parlava della tecnica come proiezione degli organi del corpo. La sua attualità è sorprendente, in quanto anticipa prospettive e riflessioni dei nostri giorni, come quelle sulle bio-tecnologie o sull'auto-poiesis della vita. La relazione tra l'organizzazione del corpo e la sua proiezione negli attrezzi usati dall'uomo e negli artefatti da lui prodotti e la connessione intima tra interno organico ed esterno tecnico, che sono i cardini della proposta teorica in esso contenuta, sono, secondo Florenskij, espressione del legame profondo che sussiste in generale tra natura e tecnica, tra "macchine interne" e "macchine esterne" e dell'"effetto di risonanza" che si produce tra di esse e si autorafforza. Ne consegue che la natura può essere analizzata con gli strumenti della tecnica e, viceversa, la tecnica tende a naturalizzarsi sempre più.

EUR 20.00
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La terza realtà - Introduzione alla teoria dell'artificiale | Massimo Negrotti usato Scienze umane Sociologia

L'ultimo della Concordia - L'epopea del più grande naufragio della storia contemporanea | Luca Crippa, Maurizio Onnis usato Storia Contemporanea

L'ultimo della Concordia - L'epopea del più grande naufragio della storia contemporanea | Luca Crippa, Maurizio Onnis usato Storia Contemporanea

È la sera della cena di gala, il momento clou della crociera sulla nave dei sogni, un immenso castello moderno che solca le onde celebrando il dominio dell'uomo sull'acqua. In comune con il Titanic però la Concordia ha solo lo sfarzo, perché la sua sicurezza è totale, affidata all'esperienza del comandante e alle macchine. È grazie alle macchine che la nave è viva. Senza di loro, quattromila persone andrebbero alla deriva. All'improvviso, l'acqua tracima dalla piscina per poi rientrarvi, quasi un avvertimento dell'elemento che l'uomo si illude di imbrigliare. Gli armadi si spalancano, i tavoli vacillano, gli ascensori impazziscono. Quando anche le luci si spengono e della nave rimane la sagoma cupa sullo sfondo più buio del cielo, dall'Isola del Giglio qualcuno coglie la tragedia, mentre a bordo comincia la notte più lunga. La notte del panico, delle speranze spezzate, delle vite intrecciate, dei codardi e degli eroi. Eroi come Russel Rebello, cameriere indiano, tanto fiero del suo lavoro che il suo bambino nella lontana India ha disegnato la nave chiamandola Russel II. Russel sa qual è il suo dovere: salvare i "suoi" ospiti. Attraverso i suoi occhi rivivono i divertimenti, gli svaghi e le storie di alcuni dei passeggeri imbarcati senza sapere che quel viaggio sarebbe stato il bivio della loro esistenza. Ed è sempre Russel a ricostruire in una sequenza mozzafiato le convulse ore dopo lo schianto. Perché lui è rimasto fino all'ultimo respiro della nave, è lui il vero capitano.

EUR 13.00
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Alan Turing. Storia di un enigma | Andrew Hodges usato Scienze Matematica e Ingegneria

La democrazia senza partiti | Damiano Palano usato Politica e società Italiana

E: la congiunzione | Franco «Bifo» Berardi usato Filosofia Contemporanea

Lo Sboom - Il decennio dell'arte pazza, tra bolla finanziaria e flop concettuale | Adriana Polveroni usato Arte Storia e critica d'arte

Lo Sboom - Il decennio dell'arte pazza, tra bolla finanziaria e flop concettuale | Adriana Polveroni usato Arte Storia e critica d'arte

Fiato corto, prospettiva limitata, alluvione di numeri, che fossero costi, pubblico, mostre, biennali, notti bianche e notti nei musei. Negli ultimi anni l'arte contemporanea ha intrapreso una corsa che l'ha resa frenetica ed enfatica, riducendola a un appuntamento turistico o a un diversivo nell'agenda dello shopping. Richiamando però sempre più pubblico, stregato da artisti superquotati e da musei che somigliavano a macchine delle meraviglie. Cosa poi ci fosse dentro importava di meno. Decisivo era lo stupore per il fuori. Così il mondo dell'arte è diventato una grande bolla il cui fruscio ha anestetizzato lo sguardo, rendendoci tutti più indulgenti. Poi, a un certo punto, c'è stato lo sboom. I profitti di borsa, di cui si alimenta l'arte dei grandi numeri, sono calati, i musei hanno cominciato a chiudere, altri non aprono. Eppure la crisi non è il male peggiore. Più profondo è un altro buco che ha messo in luce, qualcosa che non si voleva vedere, nascosto com'era anche dallo scintillio dell'arte. Dell'arte che imita la moda, che ripiega nel grande lusso, che prende a prestito la vita e fa finta di spensierarsi. Si, la fine dei soldi ha rivelato la mancanza del senso. La rinuncia a esercitare un pensiero critico rispetto al mondo in cui si muove. Il quale, però, ha ancora un fortissimo bisogno dell'arte, se non altro per quella sua inalienabile capacità di rinnovarsi, di produrre nuovi linguaggi.

EUR 15.00
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La scelta | Giuseppe Remuzzi usato Filosofia Temi

La scelta | Giuseppe Remuzzi usato Filosofia Temi

Facciamo di tutto per la nostra vita, perché sia più facile, più completa, più felice e anche il più lunga possibile. Giusto, giustissimo. E per la morte? Non ce ne occupiamo mai. Chi decide quando è il nostro tempo di morire? Che cos'è l'accanimento terapeutico? Quando le cure vengono spinte troppo oltre, sottraendo la decisione al singolo e negandogli magari la possibilità di salutare i suoi cari, di prepararsi, di lasciare la vita con dignità? Il professor Remuzzi, uno dei medici e dei ricercatori più apprezzati anche a livello internazionale, prende su questo tema una posizione netta, supportata dalla scienza, dalle migliaia di pazienti che ha assistito e dalla sua profonda umanità. Eluana Englaro e Terri Schiavo erano morte molti anni prima che venissero staccate le macchine. Decidere quando lasciare la vita è una scelta che non si può delegare. È una questione che riguarda noi, il medico e i famigliari. Difficile fare leggi valide per tutti. Ma non è l'unico tema cruciale affrontato in questo libro coraggioso e per certi versi dirompente. Come dire la verità ai pazienti senza togliere la speranza? Come parlare ai bambini malati terminali? Perché a volte è la paura che fa prendere decisioni discutibili ai medici? Pregare aiuta a guarire? Come risolvere l'enorme divario tra organi donati e persone in attesa di trapianto? Sono le domande su cui occorre riflettere, per la nostra vita e per le persone che amiamo, finché siamo in tempo.

EUR 20.00
1

Il riso di Talete - Matematica e umorismo | Gabriele Lolli usato Scienze Matematica e Ingegneria

Il riso di Talete - Matematica e umorismo | Gabriele Lolli usato Scienze Matematica e Ingegneria

Il riso è uno scoppio di energia incontrollata, un rivolgimento umorale, insomma una catastrofe fifiologica (e anche sociale, se si ride a sproposito). Ma le catastrofi sono quelle strane discontinuità studiate dai matematici. E' possibile affidare loro una teoria del riso? Nell'opinione comune i matematici sono incapaci di emozioni, sono robot, macchine, magari geni, ma vorreste davvero essere come loro? Non meno degli italici carabinieri oggetto di riso, personaggi di barzellette, fin da quando Talete fece ridere la serva tracia cadendo in una buca perchè camminava guardando le stelle. Ma il nostro agente all'Avana, infiltrato nell'isolata e ben munita torre d'avorio dei matematici, ci fa pervenire rapporti che rivelano come siano loro, i matematici, tra i più prolifici autori e inventori di umorismo, storie, barzellette, aneddoti, prese in giro di colleghi e di se stessi, delle proprie manie e del gergo scientifico e accademico. Forse perchè il loro lavoro consiste soltanto nel pensare, senza vincoli espliciti posti dalla durezza della natura, dagli obblighi del laboratorio, dedicando molto tempo a creare poesie, storielle, giochi, soprattutto giochi, che fanno passare anche come cose serie. Persino uno dei più importanti medici del Novecento, Bourbaki, è frutto di fantasia: la sua vita fu un fuoco d'artificio d'umorismo. Quando sono in vena di cattiveria, poi, i matematici si divertono a costruire paradossi, mettendo in crisi con una risata i filosofi e tutti coloro che si spingono improvvidi ai limiti del pensiero, inclusi se stessi.

EUR 11.00
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Banche impopolari - Inchiesta sul credito popolare e il tradimento dei risparmiatori | Andrea Greco, Franco Vanni usato Politica e società Economia

Banche impopolari - Inchiesta sul credito popolare e il tradimento dei risparmiatori | Andrea Greco, Franco Vanni usato Politica e società Economia

Negli ultimi anni, oltre 500.000 soci delle banche popolari italiane hanno dimezzato il valore delle loro azioni in Borsa, e in Veneto hanno perso tutto. Inoltre 373.000 hanno oggi in mano titoli non quotati invendibili, che domani, forse, liquideranno a una frazione del prezzo d'acquisto. Qualche obbligazionista ha perfino dovuto ripianare le perdite degli istituti, senza contare il danno collaterale di decine di miliardi di depositi sottratti al territorio e al credito. Così, dopo oltre un secolo di glorioso sostegno alle economie dei campanili, quelle locali sono diventate «banche impopolari». Non solo per la crisi finanziaria e la recessione. Anche per le condotte di tanti banchieri, favorite da uno stile di governo obsoleto che, facendo valere in assemblea il principio «una testa, un voto», ha tenuto lontani i grandi investitori e generato potentati creditizi quanto mai opachi. Da qui sono partiti discutibili assalti al cielo per costruire colossi nazionali a suon di acquisizioni, prestiti facili e bilanci condiscendenti. E proprio la degenerazione del modello popolare ha contribuito a rendere l'azione di controllo di Banca d'Italia e Consob poco efficace. Le crisi bancarie di Arezzo, Montebelluna, Vicenza - dove lo Stato è dovuto intervenire per evitare il crac - e i casi di Bari, Bergamo, Marostica, Milano, Verona hanno condotto al crepuscolo il modello cooperativo. Nel 2015 il governo Renzi ha avuto buon gioco a imporre una riforma che si attendeva da decenni, spingendo le dieci maggiori popolari a trasformarsi in Spa, per favorirne l'accesso al mercato dei capitali e aumentare le aggregazioni in un sistema frammentato. Ma la riforma ha i tratti di un'incompiuta: criticata dal Consiglio di Stato, osteggiata o realizzata solo in parte dagli interessati, «impopolare» per i clienti-soci perché, nel peggiorato contesto finanziario globale, rischia di aggravare le malattie che intendeva curare. Nel loro viaggio dentro la crisi del sistema creditizio locale, Andrea Greco e Franco Vanni descrivono l'evoluzione, i retroscena, colpi di teatro e le ambizioni frustrate dei protagonisti del «romanzo bancario popolare» italiano, e raccontano come un perverso intreccio di potere e denaro, risparmio e speculazione, abbia finito per trasformare le popolari da volano di territori e borghesie operose in infernali macchine mangiasoldi.

EUR 13.00
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